Germano Lanzoni: Il Milanese Imbruttito in cattedra al Polo Formativo Scolastico


Attore comico, speaker, autore, consulente e comunicatore cresciuto tra gli spazi off, teatri e locali di cabaret di Milano, Germano Lanzoni, il volto e personaggio del Milanese Imbruttito, ha incontrato gli studenti del Polo Formativo Scolastico lo scorso 20 febbraio nell’Auditorium del Collegio degli Angeli a Treviglio.

Oltre 150 studenti, alunni dell’Istituto Facchetti e del Collegio, hanno scoperto cosa c’è dietro al protagonista da milioni di clic, interpretato da Germano Lanzoni, nell’incontro moderato da Pietro Tosca giornalista del Corriere della Sera.

«Chiedo scusa ai professori se il linguaggio avrà delle cadute di stile, ma il mio personaggio non è scolastico», ha messo le mani avanti l’attore.
Il suo social, da bambino, era il cortile. «Lì ho imparato le prime regole: mai ostentare la bravura, né essere il peggiore, altrimenti ti prenderanno in giro a vita, imparare a fare bene qualcosa, così che tutti ti rispettino», ha detto alla platea.

Nel 1987 ha iniziato a lavorare come animatore nei villaggi turistici, scoprendo ilsuo talento, ovvero «quell’abilità che ti fa stare bene mentre la pratichi», affinandolo studiando all’Arsenale.

Nel 1994 è stato notato da Radio Deejay, poi da Rds, diventando speaker ufficiale del Milan. A inventare il Milanese sono stati tre neolaureati, Marco de
Crescenzio, Tommaso Pozza e Federico Marisio, pubblicando i primi meme nel 2013. I tre, che per un anno si erano segnati tutti i modi di dire dei milanesi, hanno affidato la parte a Lanzoni dopo averlo visto nei panni del leghista nel «Terzo segreto di satira». Famosa l’antipatia verso i «giargiana» e gli acronimi di anglicismi come il dover fare tutto «asap» (as soon as possible, alla svelta).
La risata nasce dalla risposta che non ti aspetti. «Come la filosofia delle due “f”, fatturato e… fiducia», ha sorpreso.

Un ragazzo gli ha chiesto come gestisce la popolarità: «Divento un Pokémon, mi faccio catturare — ha ammesso —. Sono qui grazie ai social, il media più potente e senza filtri
che possiate avere».

Pietro Tosca – Corriere della Sera